Radiazioni cellulare, la presa di coscienza.
E’ ormai chiaro a tutti che parlare per tante ore al giorno con il proprio cellulare potrebbe portare a sviluppare un cancro alla parte interessata, a causa delle radiazioni cellulare. Per evitare che ciò avvenga, sarebbe opportuno utilizzare sempre un auricolare tradizionale o bluetooth per parlare al telefono. Da evitare anche il posto dove conservare il telefono durante il giorno, sicuramente non vicino alle zone intime, da sempre soggette a malattie. Il consiglio è quello di mettere il telefono dentro la borsa per le signore e di utilizzare un borsello per i signori.
A lanciare l’ allarme e a gettare ancora più benzina sul fuoco è stato uno studio USA che, testando le radiazioni cellulare sui topi, ha verificato che, questi roditori erano più portati a sviluppare delle forme di tumore.
Radiazioni cellulare , la ricerca.
Questo studio è stato portato avanti dal National Toxicology Program ed è stato commissionato dall’ amministrazione Clinton e ha avuto un costo sulle casse statali di 30 milioni di dollari. Questo studio è stato effettuato su 3000 roditori e proprio per questo è lo studio più imponente per questo settore.
John Bucher, uno degli scienziati che ha lavorato al programma ha affermato: “Crediamo che il legame tra le radiazioni delle radio frequenze e i tumori nei topi maschi sia reale”. Prima di allarmarsi inutilmente ci sono diversi appunti da fare a questa ricerca che, nonostante l’ elevato costo, risulta essere incompleta e poco veritiera per come è stata condotta.
Innanzitutto bisogna specificare che, ai livelli di radiazione cellulare ai quali sono stati sottoposti i topi, difficilmente gli esseri umani arriveranno mai. C’ è da sottolineare anche il fatto che i topi sono incredibilmente più piccoli di un essere umano, quindi l’ irradiazione di questi esseri è stata per forza di cose più completa di come potrà mai esserlo in un essere umano. Per ultimo, ma non per importanza, bisogna tener conto che questo studio è stato condotto utilizzando cellulari di vecchia generazione e nessun smartphone è stato impiegato per i test.
Per quanto quindi questo studio possa risultare allarmistico nelle conclusioni, non possiamo ignorare la criticità dell’ambiente nel quale quotidianamente viviamo. Oltre alla radiazione cellulare infatti siamo immersi in campi elettromagnetici massicci derivanti da attrezzature, macchinari, distribuzione ed uso dell’energia elettrica, sistemi di telecomunicazione, ecc.
Come per la radiazione cellulare, ogni forma di esposizione a campi elettromagnetici è oggetto da decenni di studi epidemiologici portati avanti in tutto il mondo, i quali, arrivano quasi sempre alla conclusione che non adoperiamo adeguate accortezze.
Prendere coscienza del problema è di per se un’ottima idea in quanto la consapevolezza ci evita almeno in parte l’esposizione alla radiazione cellulare ed a tutte quelle fonti energetiche che consapevolmente ci adopereremo per schermare o evitarne il contatto prolungato.
Esempi classici per limitare l’immersione nell’elettrosmog:
- Non tenere il telefonino addosso se non è indispensabile.
- Non tenere il telefono sul comodino.
- Utilizzare smartphone moderni tipo QUESTO. Vale anche per gli elettrodomestici che ogni anno diventano sempre meno energivori.
- Monitorare lo stato di efficienza del telefono. Un telefono che funziona male può amplificare il problema. Guarda QUESTO articolo.
- Spegnere tutti gli elettrodomestici non indispensabili scollegandoli dalla rete elettrica.
- Consumare meno corrente elettrica possibile. Non per un risparmio economico (a proposito, guarda QUESTO articolo ) ma perché di solito minore è la corrente, minore è l’elettrosmog.
- Evitare di poggiarsi addosso laptop e tablet durante l’uso.
- Ove possibile schermare. Rivolgersi ad un tecnico.
Emilio Brocanelli