Asus Zenwatch 2 è uno dei migliori Android Wear low-cost. Huawei Watch è uno dei miglioriAndroid Wear di fascia alta. Messi faccia a faccia, confermano tutte le incertezze della categoria smartwatch attuale: il modello Asus fa pressappoco le stesse cose di quello Huawei, mentre quest’ultimo lo ridicolizza per ergonomia, per indossabilità, per essere un vero orologio e non un display da portare al polso.
E’ difficile in questo momento capire quale significa fare una spesa migliore. Zenwatch 2 parte da 149 euro in versione piccola, ma il modello da 1.63 pollici, 320×320 pixel, cinturini da 22 mm e telaio con parti in acciaio da 5×4 cm costa 169 euro in Europa. Capita che si trovi anche in Italia, ma non è ancora stato ufficialmente distribuito dalle nostre parti. Così come non sono ancora in commercio molte delle varianti viste a Computex prima, e ad IFA 2015 qualche mese dopo.
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Huawei Watch parte da 399 euro ma è distribuito con tutt’altro metodo ed è già oggetto di promozioni e sconti italiani. La mia versione ha cinturino in pelle e costa 449 euro, più del doppio dell’altro. Ha schermo da 1.4 pollici 400×400 pixel, telaio interamente in acciaio inox e cardio-frequenzimetro LED integrato. Monta qualche sensore in più rispetto ad uno Zenwatch 2 (il barometro, ad esempio) ma soprattutto ha un vetro in zaffiro anziché Gorilla Glass 3, e questo rende tutto più nitido, più chiaro, molto meno patinato – per un display che semplicemente si vede meglio.
Huawei al polso fa tutt’altro effetto, questo va detto. E non parlo di design o di gusti. Fa tutt’altro effetto per le dimensioni, l’ingombro e la sensazione di leggerezza – considerazione particolare se mettiamo in conto che il loro peso senza cinturino è quasi identico: 46 grammi Huawei, 47 grammi Asus. Probabilmente è anche una questione di bilanciamento e della forma molto più allungata del taiwanese.
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Ad ogni modo, tornando a noi, nell’uso di tutti i giorni non ci sono differenze. Il sensore cardio di Huawei Watch è poco attendibile come tutti i simili di pari-tecnologia (buoni per una media giornaliera, ma non per letture istantanee e tantomeno per le variazioni di un allenamento o di una corsa) e il lusso extra che dovrebbero garantire i materiali più pregiati è rovinato da uncinturino effetto cartonato decisamente fuori luogo. L’autonomia è identica: 1 giorno e mezza di carica, anche 2 giorni se non ricevete tonnellate di notifiche (con schermo AMOLED sempre attivo, va detto), ma non cambia comunque il doverlo caricare ogni sera proprio come si fa con lo smartphone. E qui Huawei Watch guadagna qualche punto con la sua dock a dispetto del grezzo cavetto di Asus.
Dalla parte di Zenwatch 2 ci sono comunque cure e attenzioni per il software. L’app Zenwatch Manager è una di quelle cose che non ti aspetti di trovare su un low-cost così, e lo stesso vale per altre applicazioni personalizzate (come le dedicate al fitness) messe a disposizione. Non è uno stravolgimento all’ecosistema Android Wear, ma fa piacere. Huawei risponde con dellebelle watchfaces, rese ancora più coinvolgenti dal display più definito e dal già citato vetro. Infine la resistenza alla vita di tutti i giorni: c’è la certificazione IP67 per entrambi.
È un’impresa capire qual è la spesa giusta per uno smartwatch Android Wear a fine 2015. Appurata l’utilità di questi dispositivi per i contesti di cui parlo nel video, si potrebbe decidere in base alle loro possibilità di aggiornamento, al loro restare al passo con i tempi. Niente da fare, anche qui: l’hardware è identico, entrambi hanno microfoni e speaker interni al momento non del tutto utilizzati e, si spera, validi per un prossimo supporto vivavoce su Android Wear.
Per chiudere, credo che si possa solo decidere seguendo l’importanza che si dà al fattore estetico, allo chic, allo stile nel vestire, nell’indossare, nell’atteggiarsi. In questi termini, viene fuori che ha senso spendere 400 euro per un Huawei Watch – e stare alla larga dalle cornici di Zenwatch 2. Viceversa (e attenzione che non significa essere da meno, piuttosto voler spendere… meno) un low-cost basta e avanti in attesa delle novità 2016. La pensate diversamente?